giovedì 7 aprile 2011

CITTA’ ECOLOGICHE: UN INGEGNERE MECCANICO ITALIANO TRA I PROTAGONISTI NELLA REALIZZAZIONE DI MASDAR CITY, VICINO AD ABU DHABI


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Premessa
Lunedì 06 luglio 2009 il quotidiano City (www.city.it) ha pubblicato un' intervista di Ketty Areddia a LUCA GUALA, ingegnere meccanico nativo di Cagliari che in prossimità di Abu Dhabi, Capitale degli Emirati Arabi Uniti, sta attivamente collaborando per la realizzazione di Masdar, una città sperimentale concepita per essere autosufficiente a livello energetico, senza alcuna dipendenza da combustibili inquinanti ma, viceversa, sfruttando in pieno le sole fonti naturali rinnovabili.
Progettata dallo studio di architettura inglese Foster and Partners, la città conterà esclusivamente sull'energia solare, nella avveniristica prospettiva di raggiungere una percentuale pari a zero delle emissioni di carbonio e nell’ottica di una piena eco-sostenibilità ambientale grazie al riciclo di ben il 98% dei rifiuti prodotti. La città si estenderà per circa 6km quadrati ed è situata a circa 30km a est della capitale degli Emirati, in prossimità dell'aeroporto internazionale di Abu Dhabi.
Madinat Masdar, questo il nuovo della futuristica città, è stata fortemente voluta dallo sceicco Mohammad bin Zayed Al Nahyan, costerà complessivamente circa 22 miliardi di dollari e sarà interdetta alle automobili, in sostituzione delle quali potranno circolare circa 2.500 navette a carbonio zero che percorreranno 150.000 itinerari al giorno. L’energia sarà ricavata esclusivamente da fonti naturali e rinnovabili (impianti fotovoltaici ed eolici) che, da calcoli effettuati, dovrebbero garantire risparmi pari a oltre due miliardi di dollari di petrolio nei prossimi 25 anni. La città - si legge in Wikipedia - ospiterà, almeno all’inizio, 50.000 persone, 1.500 imprese e, soprattutto, l’avveniristico Masdar Institute of Science an Technology, polo universitario realizzato in collaborazione con il Massachusetts Institute of Technology e dedicato esclusivamente allo studio e alla ricerca nel campo delle energie rinnovabili.
In questo avveniristico progetto, iniziato nel 2006, partecipano a vario titolo anche altri colossi mondiali quali General Electric, BP (British Petroleum), Royal Dutch Shell, Mitsubishi, Rolls-Royce, Total S.A., Mitsui, Fiat, e la tedesca Conergy, azienda leader in Europa nel mercato della produzione di energia solare che sta progettando una centrale solare termodinamica da 40 MW.

In questa intervista l’ing. Guala, già collaboratore del CRIMM (Centro di Ricerca sui Modelli di Mobilità) all’Università di Ingegneria di Cagliari e consulente tecnico per le aziende di trasporto di rifiuti pericolosi, ci parla del contributo che sta rendendo nella realizzazione del progetto Masdar City, nel quale è impegnato attivamente nella parte relativa al sistema di trasporto personale e robotizzato a zero impatto emissioni inquinanti.
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L'intervista
Che cos’è il trasporto personale ecologico di cui è padre?Chiariamo subito: non ho inventato nulla. Ho solo applicato a un progetto complesso un’invenzione altrui, il Personal Rapid Transit (PRT) o taxi automatico (nella foto, ndr). Il PRT, a differenza del trasporto pubblico non segue percorsi fissi né orari fissi, non si ferma a prendere altri passeggeri e non richiede trasferimenti da un mezzo all’altro. I clienti sono trasportati a destinazione come in un taxi. Solo che, a bordo, invece del guidatore ci sarà un sistema di computer, e a terra, al posto dei binari ci saranno dei magneti. I viaggiatori si sposteranno da soli in tutto comfort e sicurezza: i computer non fanno errori di guida. 
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Com’è venuta l’idea di costruire un sistema di trasporti ecologico? 
Masdar City sarà il primo esempio di città a zero emissioni. È chiaro che non si potevano fare entrare le auto e i veicoli dovevano essere tutti elettrici. Ci voleva qualcosa che evitasse i trasferimenti e che garantisse la privacy, valore molto sentito ad Abu Dhabi. Ero a conoscenza del progetto per una linea di PRT in corso di costruzione al terminal 5 di Heathrow e ho proposto qualcosa di simile. È piaciuto agli architetti di Norman Foster (che sta progettando tutta la città n.d.r), così abbiamo vinto la gara. 

Perché non si è mai fatto un sistema di trasporti su magneti in Italia o negli Usa?
L’Italia non è un paese molto aperto alle innovazioni di questo genere a livello legislativo. Ci sarebbero, ad esempio, enormi problemi con l’omologazione. Negli Usa un sistema simile esiste e funziona da 30 anni a Morgantown, nel West Virginia, e ci sono molti progetti in attesa di finanziamenti. Un altro sistema simile è quasi pronto all’aeroporto di Londra Heathrow. Nessuno di questi usa la guida su magneti ma il principio del “taxi automatico” è lo stesso. 

Funzionerà solo per piccole realtà come Masdar?
Prevedo che inizialmente il PRT sarà applicato a piccole realtà. Ma non è da escludere che un giorno possa essere esteso a intere città. Anche a Masdar non c’è solo il PRT ma anche una linea di tram che attraversa la città. Avendo a disposizione un sistema di trasporto accessibile e di qualità, si potrebbero accettare limitazioni al traffico motorizzato e restituire alla vita sociale una parte delle città. 
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Masdar City è stata soprannominata la città del post-petrolio. Quanto inquinerà?
Masdar City non inquinerà, ricaverà tutta la sua energia dal sole, dal vento e dalla combustione dei suoi stessi rifiuti. L’obiettivo è di raggiungere la neutralità nelle emissioni di anidride carbonica e non più del 2% di rifiuti non recuperati (riciclo, riutilizzo, produzione di energia, etc.). 

Come mai è stata voluta dagli sceicchi, che problemi di petrolio non ne hanno? 
L’Emiro di Abu Dhabi ha una visione per il futuro molto ambiziosa. Vuole che il suo Paese, che oggi è nella “lista nera” dei Paesi con la maggiore impronta di carbonio al mondo, diventi rispettoso dell’ambiente ed efficiente nei consumi energetici. È consapevole che il petrolio che oggi arricchisce gli Emirati Arabi non durerà all’infinito e si prepara ad affrontare il futuro. Desidera che Abu Dhabi, oggi leader nella produzione di energia “fossile”, rimanga leader anche con le fonti d’energia alternative. 

Come si presentano oggi i 7 km quadrati di Masdar?
Negli ultimi due anni sono andato a Madar City almeno una volta al mese. Le prime volte era solo un rettangolo di deserto vicino all’aeroporto, ora è un immenso cantiere che lavora su tre turni, giorno e notte. 

Essendo in mezzo al deserto non avrà un impatto troppo forte sull’ambiente?
Per costruire Masdar City non è stato abbattuto un albero né deviato un corso d’acqua, dato che non ce ne sono. Ma l’ambiente del deserto è molto delicato quindi non so valutare il tipo di impatto. Si tratta comunque di una zona già molto antropizzata: è vicina all’aeroporto e compresa fra due autostrade. Certo, i problemi tecnico-ambientali sarebbero stati minori in altre parti del mondo, ma Abu Dhabi non offre altro che deserto... 

La questione delle risorse idriche come verrà risolta?
L’acqua arriverà tutta dai desalinatori, visto che non esistono fonti di acqua dolce. L’energia per la desalinizzazione verrà dal sole, dal vento e dalla combustione dei rifiuti. Le acque reflue saranno depurate e riciclate più volte per ridurre al minimo il consumo, e infine usate per irrigare. Il sale marino sarà recuperato. 

Nella vita sta attento a non inquinare?
Sì. A casa abbiamo lampade a basso consumo, non condizionatori ma ventilatori, una sola auto e di piccola cilindrata, ci muoviamo in bici compatibilmente con la bimba piccola... La mia “macchia nera” è una passione per le vecchie moto...

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